Podcast Tips “Bisogna saper vincere”

“Vincere non è importante è l’unica cosa che conta” ci ricorda un famoso motto. Ma siamo sicuri sia davvero davvero così? O forse è meglio dire che bisogna saper vincere ?

Ascolta “Podcast Tips”Bisogna saper vincere”” su Spreaker.

Trascrizione del podcast

Ciao a tutti il nuovo podcast Tips. Vi ricordo che Potete riascoltare vi ipoteca sul mio sito www.marcoprincipi.it.

La vittoria, vincere piace a tutti. Perdere non piace a nessuno. Però la vittoria è qualcosa di più. Non basta vincere bisogna anche saper vincere. E sapete qual è un personaggio storico che ci ha insegnato tantissimo sul saper vincere? Giulio Cesare.

Naturalmente, mio personaggio storico preferito per tanti motivi perché è stato tante cose e anch’io mi sento tante cose.
Non mi sento di poter essere messo solo in una categoria, è chiaro.

Lui era tante cose ma al massimo livello: un grandissimo generale, grandissimo condottiero, grandissimo uomo politico, grandissimo innovatore.

Se pensate il calendario che adesso usiamo tutti i giorni praticamente è quello che ha introdotto lui, poi la Chiesa ha fatto dei cambiamenti, dei piccoli cambiamenti. Il mese di luglio deriva per esempio dal suo nome, Giulio Cesare.

Ma non pensate che si sia formato subito, che sia diventato subito un vincente. Tant’è che lui all’età di 34 anni, quando era in Spagna si mise a piangere davanti alla statua di Alessandro Magno perché pensava che Alessandro Magno alla sua età aveva già conquistato il mondo, mentre lui non ha fatto ancora niente.

La sua vera carriera politica e quindi anche militare iniziò abbastanza tardi. Lui era quarantenne, durante la campagna di Gallia alla conquista della Gallia. Quindi lui è stato veramente un percorso.

Voleva qualcosa ma il suo è stato un percorso e forse questo mi ha insegnato che vincere è fondamentale ma non è tutto. L’importante è saper vincere.

Ogni volta che lui ha vinto, che fosse stato in Gallia, che fosse stato nella guerra civile contro i pompeiani, che fosse stato in Egitto, lui ha usato l’intelligenza e anche la clemenza, la pietas.

Non ha mai voluto punire i suoi rivali, solo in pochissimi casi ha dovuto farlo ma anche controvoglia, gli ha quasi sempre coinvolti, che fossero stranieri e all’epoca venivano considerati barbari. lui voleva che la famosa Gallia Cisalpina che sarebbe la Lombardia di adesso, che gli abitanti diventassero cittadini italiani.

I romani non volevano e lui è stato il primo ad includere quelli che adesso sono italiani nell’Italia. Neanche una volta conquistata la Gallia Narbonense e tutta l’altra Gallia lui voleva includere queste persone perché credeva già, aveva la visione e credeva che con la pace, la pax romana che poi fu portata all’ennesimo livello da Augusto, poter costruire un mondo fiorente, libero dove le persone potessero vivere bene e prosperare.

Allo stesso tempo nella cosa più atroce che ci possa essere quindi la guerra civile, quindi la guerra fra Romani e la guerra fra amici tra conoscenti tra parenti, lui contro i Pompeiani, una volta vinta, la guerra veramente tremenda sanguinosissima, non volle punire, non volle punire neanche i capi comandanti avversari ma tutti offri la pace a tutti offri dei ruoli politici importanti.

E questa secondo me è la sua grandezza. La cosa più grande delle vittorie e delle innovazioni è stata proprio la clemenza, la pietà.

Questa è una cosa anche molto cristiana. Cesare è arrivato prima di Gesù Cristo e ci sono tanti personaggi che abbiano questo concetto di pietà e di clemenza ma non di umiliazione. 

Lo stesso Socrate è arrivato ancora prima di Cesare, quindi erano cose che già esistevano in quel mondo e che alcuni grandi personaggi hanno portato all’ennesima potenza.

E vero che per dire qui ha graziato molte persone che poi hanno contribuito alla sua uccisione. Durante Marzo. Vero. Ma come si dice spesso, puoi uccidere un uomo ma non uccidi le sue idee.

Il grande insegnamento che ci ha dato bisogna essere clementi anche contro chi ci ha combattuto, saper riconoscere il loro valore, capire che cosa ci possono dare per aiutarci e coinvolgerli. Non bisogna mai umiliare che sia sport, che sia lavoro ma nella vita che sia un nostro concorrente. Mai.